Canali Minisiti ECM

Studio su cocktail di farmaci epigenetici e immunoterapici contro i tumori

Farmaci Redazione DottNet | 07/01/2019 14:13

Un impulso per dare la 'sveglia' al sistema immunitario

Un cocktail di farmaci epigenetici e immunoterapici nella lotta contro il tumore. Ma soprattutto un mix farmacologico in grado di 'risvegliare' il sistema immunitario e metterlo nelle condizioni di riconoscere la malattia, anche quando questa si 'nasconde'. Questo l' obiettivo di una ricerca che si sta portando avanti a Siena nel centro di immunoncologia dell' Azienda ospedaliera universitaria, grazie a uno studio della Fondazione Nibit (Network italiano per la bioterapia dei tumori), presentato, anche se in fase sperimentale a Chicago al congresso annuale dell' American association for cancer research .

Cos' è l'epigenetica

pubblicità

La ricerca ha lo scopo di capire gli effetti della combinazione di un farmaco epigenetico e di un farmaco immunterapico nel trattamento di un melanoma in metastasi. Uno studio completamente italiano e anche supportato dall' associazione italiana per la ricerca sul cancro. "Per capire occorre comprendere cosa è l' epigenetica" - spiega Alessia Covre chimico farmaceutico coordinatore dei laboratori di ricerca preclinica del centro di immunoncologia senese. "L' epigenetica è una scienza relativamente nuova (che si affianca alla genetica) che provoca cambiamenti a livelli del Dna non imputabili a modificazioni della sequenza dello stesso. Le mutazioni del Dna sono irreversibili mentre quelle dell' epigenetica sono delle modificazioni chimiche dello stesso Dna ma reversibili. Per cui con l' utilizzo di farmaci epigenetici si è in grado di far regredire il fenomeno che noi osserviamo. Le modificazioni epigenetiche avvengono normalmente nel nostro organismo e sono dinamiche e vengono sfruttate molto dal tumore. E' stato visto recentemente che attraverso queste modificazioni il tumore è in grado di nascondersi dal sistema immunitario".

Il che ovviamente lo rende meno attaccabile ai tentativi tradizionali di cura. Aggiunge Covre. "Faccio un esempio. Il tumore esprime normalmente degli antigeni espressi solo da lui che quindi il sistema immunitario riconosce e li distrugge. E questo capita normalmente. Succede quando il sistema immunitario è molto forte". Ma non accade sempre, perché per diverse ragioni ci sono meccanismi che consentono al tumore di impedire agli antigeni di esprimersi per cui il sistema immunitario non riconosce la malattia. "Lavorando in questa struttura del policlinico - sottolinea la dottoressa - abbiamo possibilità di avere a disposizione molti pazienti per cui studiamo le caratteristiche del tumore trattandolo con farmaci epigenetici e le eventuali modificazioni.

Ma cerchiamo anche di capire quali sono le modificazioni epigenetiche che avvengono nel tumore che non risponde ad un trattamento di immunoterapia. Il nostro focus su tali modificazioni è capire il loro ruolo, soprattutto quando il sistema immunitario non è più in grado di riconoscere il tumore. Su questo tipo di strategia sono dodici anni che sto lavorando. Ciò che abbiamo visto è che trattando le cellule del melanoma - ma lo abbiamo fatto su qualsiasi tipo di tumore, con farmaci epigenetici , si era in grado di far esprimere solo dal tumore e non dai tessuti sani, delle molecole dove il sistema immunitario le riconosce".

Lo studio sui topi

Con passare del tempo si sono fatti passi avanti passando dallo studio in vitro all' utilizzo dei topi . "Un volta osservate in vitro tutte queste evidenze, in laboratorio, - aggiunge la ricercatrice- abbiamo pensato di utilizzarli. L' idea è stata quella di rendere più aggredibile il tumore dal sistema immunitario provandolo su questi animali, lavorando per anni in fase preclinica. Abbiamo modificato l' immunogenicità del tumore e tolto il freno al sistema immunitario permettendogli di produrre linfociti (i globuli bianchi che l' organismo utilizza per combattere le malattie ndr). Abbiamo visto che i topi trattati con questa combinazione avevano una riduzione del volume tumorale significativamente diversa da quelli trattati con i singoli agenti riducendo la crescita tumorale dell' 80%. Anni di esperienze in vitro e anni di esperienze in vivo ci hanno fatto decidere di portare queste nostre esperienze in clinica, puntando sullo studio denominato Nibit -M4, il primo sul melanoma in cui i pazienti vengono trattati con il farmaco epigenetico per rendere più visibile il tumore. Abbiamo lavorato su 19 pazienti. I dati sono ancora preliminari e non sono ancora stati pubblicati. Quello che possiamo dire e' che la combinazione del farmaco epigenetico di seconda generazione, la guadecitabina con l' anticorpo anti CTLA4 è tollerata". Lo studio continua ovviamente. "Ora stiamo cercando - precisa Covre- di aumentare le risposte del sistema immunitario". 

Commenti

I Correlati

L’impegno di AIL per Ambiente e Salute. Parte da Genova il viaggio solidale in 8 tappe lungo il Mar Tirreno

Ascierto: "La combinazione di nivolumab, relatlimab e ipilimumab aumenta del 20% il tasso di sopravvivenza alla malattia rispetto alla somministrazione di due immunoterapici insieme"

Contrasta diabete e arteriosclerosi e prolunga la durata della vita

Gli esperti: "Cautela, ma enorme potenziale terapeutico"

Ti potrebbero interessare

Contrasta diabete e arteriosclerosi e prolunga la durata della vita

Gli esperti: "Cautela, ma enorme potenziale terapeutico"

Presentati da Johnson & Johnson in occasione della Digestive Disease Week di Washington i risultati dei tre studi registrativi sul trattamento di colite ulcerosa e malattia di Crohn

Gli studi clinici hanno mostrato risultati positivi nella risposta endoscopica, nel raggiungimento della remissione clinica e nella guarigione della mucosa intestinale1

Ultime News

Indagine Groupama, cresce l'importanza di altre figure

La prevenzione visiva, non solo come mezzo di risparmio economico, ma come beneficio per tutte le fasce d'età, sin dai primi giorni di vita, diventa un pilastro essenziale

La proposta di legge di iniziativa dell’On. Roberto Pella è stata approvata il 28 maggio in Commissione Affari Sociali della Camera, ed è stata calendarizzata per la votazione in Aula

Il fondo immobiliare che realizzerà le case "spoke" le affiderà ai medici interessati in affitto o in leasing